Una pagina facebook può sostutire un sito web?

Sebbene siano strettamente interdipendenti svolgono ancora funzioni diverse. I social sono il luogo dove nasce, cresce e si affossa il dibattito, l’arena del confronto-scontro insomma. Il sito invece è casa tua, il tappetino con la scritta welcome invita l’ospite a pulirsi le scarpe prima di oltrepassare la soglia. In linea di massima vige ancora una netiquette che mette al riparo da incursioni che degenerano in atti di vandalismo da festa adolescenziale sfuggita di mano. Sui social il confine tra il tuo spazio ed il mio non è sentito in modo così vincolante. I grossi brand l’hanno imparato a proprie spese credendo che bastasse cancellare un commento per fronteggiare una critica. Infatti sui social vi è una percezione diffusa di parità tra gli interlocutori a differenza del sito web, il luogo istituzionale dove puoi essere ciò che vuoi. Se qualcuno non è d’accordo al massimo cambia aria e non passa più a trovarti.

Le informazioni che troviamo riportate sui social sono spesso le stesse che troviamo nelle pagine del sito. Con una manciata di testo puoi descrivere chi sei, i servizi che proponi, presentare prodotti e abilitare il tasto compra, mettere in evidenza gallerie fotografiche e video, ma il risultato è lontano dall’essere appagante. Anche la pagina social veicola la tua mission, ma il livello di ufficialità non sarà mai totale perché risponderà sempre ad un vertice, a delle linee guida, ad una quotazione dei titoli in borsa che vanno al di là delle tua volontà. Le persone sentono il bisogno di presentare la propria realtà in maniera personale e la struttura del social non permette ancora questa libertà.

 

Penso quindi che il sito web rimanga ancora il manifesto più puro dell’identità personale nonostante venga spesso snobbato a favore dell’immediatezza dei canali social. Il venir meno della sua centralità, in alcune strategie di business online, è però un dato di fatto e non è così remota la possibilità che possa perdere definitivamente il primato di luogo in cui avvengono le conversioni. Oggi la stragrande maggioranza di progetti e aziende ha bisogno ancora di questo canale istituzionale, ma la sua longevità credo che dipenderà dalle mire espansionistiche dei social network, dalla politica di Google, e da quanto le nostre stesse pagine web si renderanno permeabili a nuove tecnologie e funzionalità. In definitiva, i siti web resisteranno al cambiamento? Non ne ho idea, ma spero che tengano duro come gli imbustatori dei market d’oltreoceano fronteggiano Amazon Go.

 

 

 

 

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